Gentile Dr. Garattini,
ci associamo a quanto detto da Andrea Ferrante, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (Aiab): non è corretto ed è alquanto fuori luogo generalizzare e criminalizzare in questi termini un intero settore.
L’agrozootecnia biologica è la naturale evoluzione del sistema attuale di produzione convenzionale che ha avuto ed ha un grande impatto sulla salute del cittadino; infatti è ormai certo che il massivo utilizzo di antibiotici favorisca pericolose forme di farmacoresistenza in batteri patogeni (allarme dell’OMS Europa lanciato in occasione della Giornata Mondiale della Salute –Roma- e relativo documento AISA su antibiotico resistenza), e che molti farmaci utilizzati in zootecnia abbiano un forte impatto ambientale.
La preghiamo inoltre di usare le giuste parole riguardo ai sistemi di produzione “chimica” che non possono essere chiamati tradizionali in quanto nulla hanno a che vedere con la storia e la tradizione italiana; il termine corretto è convenzionale; le parole sono importanti, soprattutto in questi tempi in cui il travisamento del linguaggio è diventato un preciso strumento di manipolazione dell’informazione. La contrapposizione che lei fa è quindi scorretta in partenza; non c’è contrapposizione tra produzione biologica e produzione tradizionale, che invece è sicuramente molto vicina al biologico e da cui il biologico trae in parte inspirazione, bensì tra produzione biologica e produzione convenzionale (chimica).
Interessante il punto di vista della Dottoressa Ferri. “Bisognerebbe che i veterinari mettessero piede nel settore dell’agricoltura biologica” è stata la dichiarazione esplicita del Direttore Generale della
Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, Gaetana Ferri, durante una video intervista con la FNOVI sull’apicoltura (a proposito di una filiera alimentare fra le più propagandate come “naturale e biologica”!), area professionale di cui la veterinaria si sta riappropriando dopo anni di carenze formative, sanitarie e assenza di titolarità professionale.
Concordiamo sul fatto che il ruolo del veterinario in aziende biologiche non sia ben definito. Fino ad oggi la preparazione professionale si è basata solo su studi extra universitari che il veterinario dedito alle produzioni biologiche decide di seguire spinto dalla propria coscienza e dalla voglia di adeguare le proprie competenze all’agrozootecnia biologica, in accordo peraltro con la legislazione europea che indica come primo intervento terapeutico, ad esempio, l’impiego dell’omeopatia e/o della fitoterapia.
Le Facoltà Italiane di Medicina Veterinaria si stanno lentamente adeguando, anche se non ancora in maniera sistematica, al sistema di produzione biologico; tra queste, negli anni scorsi, la Facoltà di Bologna.
Le competenze ed i risultati sul territorio nazionale sono presenti ed evidenti anche se, al momento, sono a carico di pochi e volenterosi colleghi; è auspicabile che queste competenze tecniche e professionali rientrino regolarmente nella formazione dei nostri futuri colleghi.
Siamo quindi totalmente d’accordo sul fatto che il veterinario “biologico” debba essere formato diversamente e con competenza a partire dalla base; tale formazione deve avere il supporto delle Facoltà e formatori debbono essere quei colleghi che da decenni praticano e lavorano nelle aziende biologiche, che hanno esperienza e conoscenza del settore e delle mncv e che già lavorano nel rispetto dei parametri legislativi europei in materia.
Ricordiamo inoltre che le produzioni zootecniche biologiche sono seguite, al pari delle aziende convenzionali, con grande competenza dalle Asl e che sono soggette ad ulteriori e specifici controlli derivati dalla legislazione relativa al biologico.
Ci opponiamo quindi in maniera decisa senza se e senza ma alle affermazioni generaliste che non fanno che alimentare nel cittadino timori infondati e confusione, auspicando che da un problema possa nascere una opportunità di crescita e che la competenza acquisita dalla medicina veterinaria nelle produzioni zootecniche biologiche venga infine riconosciuta e portata alla luce.
Saluti cari,
Pietro Venezia – Medico Veterinario Omeopata, Responsabile Dipartimento Zootecnia SIOV
Roberto Orsi – Medico Veterinario Omeopata, Segretario SIOV
David Bettio – Medico Veterinario Omeopata, Vice Presidente SIOV
Carla De Benedictis – Medico Veterinario Omeopata, Responsabile Dipartimento Equini SIOV
David Satanassi – Medico Veterinario Bioeticista
Maria Serafina Nuovo – Medico Veterinario Omeopata, Presidente SIOV
Francesca Pisseri – Medico Veterinario Omeopata, Scuola Cimi-Koinè
Barbara Rigamonti – Medico Veterinario Omeopata, Responsabile Dipartimento Didattica SIOV