Il Comitato Scientifico della SIOV – Società Italiana di Omeopatia Veterinaria – esprime le considerazioni al Documento SCOF 7/8 June 2011 “feed for organic animals”, emendando alcuni articoli del reg. (CE) n.889/08.
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Proposta modifica art. 19
In generale, per gli erbivori, siamo d’accordo che l’80% della razione debba provenire dall’azienda, questo porrebbe un limite alle aziende con poca terra e con numero elevato di animali favorendo le grosse aziende a discapito delle medio-piccole.
Allargare o rendere più “tenera” la legislazione sul bio non aiuta la categoria ma spingerebbe molti allevatori etici alla uscita dal sistema.
Per il restante 20 % se non fosse fattibile produrlo in azienda, siamo d’accordo sul fatto che possa essere reperito in prossimità ma non siamo d’accordo che coincida con i limiti regionali, come regione intesa politicamente, meglio introdurre il concetto di comprensorio agro zootecnico che è un territorio nell’ambito del quale (introdurre un limite kilometrico) le aziende biologiche collaborano tra loro tramite scambio e compravendita di prodotti.
Le ditte mangimistiche devono definire da dove reperiscono le materie prime, i limiti devono essere gli stessi del comprensorio agro aziendale delle aziende. Le aziende non devono essere penalizzate rispetto alle ditte mangimistiche.
Dare la prevalenza a cereali che richiedano meno acqua irrigua (triticale, farro ecc rispetto al mais ad esempio) e uso di energia fossile per aumentare la sostenibilità delle produzioni, la collaborazione tra operatori e prezzi sostenibili di comprensorio.
La legge europea ci impone comunque di diminuire le emissioni di co2 del 20 % entro il 2020.
Per i non erbivori siamo d’accordo, per i principi sopra elencati, sul limite del 50 %, oltre a questo, almeno il 10 % deve derivare dal pascolo, definire un maiale o un pollo, ad esempio, non erbivoro è etologicamente errato in quanto onnivori una parte della loro dieta si basa appunto sull’erba.
Per limitare i problemi burocratici derivati dal concetto di comprensorio territoriale, dobbiamo lavorare su delle certificazioni di gruppo o di zona, alcune aziende sul territorio stanno pensando di uscire dal bio o non entrarci, lavorando su delle certificazione partecipate tra produttori, protocollo di intesa tra produttori e consumatori.
Proposta modifica art. 22
Non capiamo bene quale sia il significato di “pesca sostenibile”.
Proposta di modifica art. 42
Da valutare a livello sanitario l’entrata in azienda di polli poco resistenti e abituati a regolari trattamenti non bio. L’articolo va in contrasto con REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 Articolo 8 Origine degli animali biologici sull’uso di razze locali e resistenti.
Proposta di modifica art. 43
Proteine non organiche sono probabilmente sottoprodotti industriali e quindi da non somministrare
Proposta di modifica art. 59 e 60
Siamo in generale d’accordo con la proposta.
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Comitato Scientifico SIOV – Dipartimento Zootecnia e Biologico – Responsabile: Dott. Pietro Venezia
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