Thymulin omeopatico nell’allevamento avicolo

Thymulin omeopatico nell’allevamento avicolo

di Giuseppina Brocherel

Thymulin è la timosina, un ormone prodotto dal timo che interviene nella maturazione dei linfociti T e stimola il sistema immunitario (Souck Aluoun, Methodology of Homeopathy). Il ruolo di Thymulin 5CH nella modulazione della risposta immunitaria è gia stata oggetto di studio nei topi (Bastide et al, 1997); inoltre numerosi studi hanno confermato la sua azione anche nei volatili.
In un lavoro pubblicato recentemente su Homeopathy dal gruppo coordinato da César Sato si riporta una sperimentazione con Thymulin 5CH in polli da carne (broiler), con lo scopo di valutarne l’applicazione in allevamenti intensivi attraverso i principali parametri zootecnici (indice di conversione, peso vivo, mortalità, indice di efficienza produttiva), il test di infiammazione fitoemoagglutinina-indotta (PHA) e l’analisi istomorfometrica degli organi linfoidi (timo, Borsa di Fabrizio e milza). Gli animali sono stati divisi in due gruppi: al gruppo trattato è stata somministrata acqua con Thymulin 5CH “ad libitum”, nel gruppo di controllo si trovavano animali con libero accesso alla sola acqua, dal 1° al 42 giorno di vita; tutte le procedure sperimentali sono state effettuate in cieco.
I risultati mostrano che il gruppo trattato con Thymulin 5CH presenta un maggiore indice di produttività rispetto al gruppo controllo, in corrispondenza della 7a settimana (p=0,013) ed una miglior risposta cellulo-mediata all’iniezione sottocutanea di PHA. I dati ottenuti suggeriscono che Thymulin 5CH, per la sua proprietà immunomodulante, potrebbe essere un metodo praticabile per aumentare la produttività nell’allevamento avicolo intensivo.

Homeopathy, 2012, 101, (1), 68

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3 pensieri su “Thymulin omeopatico nell’allevamento avicolo

  1. David Bettio Autore articolo

    L’omeopatia si basa su principi di salute ben chiari, la tecnica non può prevaricare i principi.
    è preoccupante che su una rivista di omeopatia si pubblichino cose del genere senza minimamente pensare alle inimical forces to live che sopportano questi animali prima di dare qualsiasi rimedio.
    Se l’obiettivo dell’omeopatia non è la salute ma l’incremento ponderale, l’indice di efficenza produttiva, l’indice di conversione ed il peso vivo credo ci sia forte bisogno di un comitato etico che valuti gli articoli e le proposte NON terapeutiche dei colleghi.
    Saluti cari

    Pietro venezia
    Responsabile animali per il sostentamento primario SIOV

  2. David Bettio Autore articolo

    questo esperimento in doppio cieco ( di una certa gerarchia secondo l’EBM ,specie in veterinaria), condotto in campo e con una miglior sostenibilità bioetica rispetto alla sperimentazione animale “classica” ci conforta e ci sostiene nel progresso delle conoscenze. Ma è bene sottolineare che questo non ha nulla a che vedere con nessun tipo di terapia inteso nell’accezione di ciò che cura . Al massimo questo è il coltello in mano alla scimmia . omeopatia allopatizzata , l’elefante che ha partorito un topolino …….storpio ….uso di alte diluizioni dinamizzate di sostanze (quelle che vi pare) per assecondare un tipo di allevamento con principi alieni e contrari a quelli della medicina omeopatica. Ma SICURAMENTE è questa l’omeopatia del futuro e quella che avrà successo , quella per cui si avranno le credenziali per sdoganarla nella scienza ….quella vera , quella che produce risorse……..quelle utili ad amplificare i miasmi e loro prodotti( chiamate come vi pare la genetica+epigenetica+stimoli ambiatali+ stress+più terapie soppressive+malaomeopatia….)

    Alessandro Battigelli

  3. francesca

    D’ accordissimo coi colleghi. Lavori del genere inducono solo confusione e scompiglio sull’ etica della omeopatia, ma anche sulla percezione delle sue stesse basi epistemologiche.
    In questo lavoro non si parla di omeopatia in realtà, perchè non vi è alcuna applicazione del principio di similitudine, ma si fa delle organoterapia.
    Un altro aspetto che ritengo grave è l’ utilizzo di sostanze ormonali come promotori di crescita, vietato dalla legge, che si tenta di aggirare tramite l’ utilizzo di rimedi cosiddetti “omeopatici”.

    Francesca Pisseri

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