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Letter from IAVH General Secretary Dr. Petra Weiermayer

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Homeopathic veterinarians are all conventionally trained veterinarians. We understand disease and health as do our conventional colleagues. We use conventional diagnostics and therapeutics as needed. We have added homeopathy as another tool with which to help animals in our care. Homeopathic veterinarians have chosen to study and use homeopathy because we have seen benefits to patients. There is also significant research evidence supporting the effectiveness of veterinary homeopathy.

Please see our power point presentation in the articles below, and our letter to the editor on the review of Doehring and Sundrum published in the Veterinary Record in December 2016. These summarise the current state of research in veterinary homeopathy. A more detailed version can be read below the short version. Please read also a review (below, in Articles section) of a masters thesis performed by a human doctor (Melanie Woelk) on research in homeopathy, with the conclusion that homeopathy is an evidence-based medicine. Research of the crucial question whether veterinary homeopathy works according to the rules for evidence-based medicine (EBM) has to be performed, although some studies which show this evidence exist already.

Currently, there are one out of two evidence class 1a reviews, and one evidence class 1a meta-analysis, stating positive outcome for veterinary homeopathy, as well as one out of two evidence class 1b studies stating positive outcome for veterinary homeopathy, so veterinary homeopathy could be classified as evidence based. More high quality research is certainly needed.

For FAQ’s on homeopathy we would like to refer to the website of the HRI (Homeopathy Research Institute); we are working together with regard to research.

For further information on research in homeopathy please see this page, also from HRI.

The ECH (European Committee for Homeopathy) and the UK Faculty of Homeopathy certify and examine medical and veterinary professionals in the practice of homeopathy, and their websites also discuss current research efforts.

ECH Research page  Faculty Research page

Dr. Petra Weiermayer

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Risposta a Professione Veterinaria n.1/2018 “Veterinari contro Veterinari”

6cc98fa4-95ca-4e5e-89a1-88fe7fbb2618La comunità dei veterinari omeopati sente l’urgenza di ribattere a quanto comparso sul numero 1 /2018 di Professione Veterinaria, in quanto ciò che è stato scritto nel trafiletto “Veterinari contro Veterinari”, oltre a peccare di superficialità, scorrettezza e rappresentare una vera e propria fake news, offende profondamente chi studia e pratica tale disciplina.
Stupisce come la redazione di Professione Veterinaria si esprima in maniera tanto superficiale dopo aver preso visione, evidentemente in modo approssimativo, della risposta legittima da parte della IAVH nei confronti della pubblicazione di Veterinary Record, oggetto della discussione. E di come abbia riportato a galla la vicenda SIMVeNCo, peraltro del tutto arbitrariamente e in maniera falsa, tendenziosa e strumentale.
Infatti è noto che l’esperienza della SIMVeNCO ha avuto come naturale evoluzione la creazione della Società italiana di Omeopatia veterinaria,  da cui è nata una Scuola di formazione in Omeopatia veterinaria che svolge regolare e continuativa attività dal momento stesso in cui SIMVeNCO è stata sciolta; inoltre la SIOV dal 2010 organizza un congresso annuale, che nel 2017 ha assunto portata internazionale. Chiediamo che le informazioni scorrette vengano rettificate rendendo note queste circostanze.
Dispiace constatare che si continua a voler pretendere per forza qualcosa di impossibile: quando si ragiona su due paradigmi diversi, la pretesa dell’uno di poter approvare l’altro solo alle sue condizioni è come pretendere di misurare un peso usando i centimetri invece che i grammi. Sarebbe ora che se ne prendesse atto. Per il resto non c’è molto altro da dire se non che si continua a pontificare su teorie invece che sui fatti.
Questo vale sia per la clinica che per la ricerca di base.
La redazione di Professione Veterinaria non si pone la domanda fondamentale circa la criticità del metodo, dando per scontato che esista un solo unico un modello di riferimento nella ricerca scientifica. La redazione misconosce che la IAVH è affilata alla HRI (Homeopathy Instutite for Research), una delle istituzioni che detengono le competenze in omeopatia e che promuove un modello di ricerca adeguato al paradigma omeopatico, tanto da inficiare i dati riportati dall’articolo di Veterinary Record.
Forse la redazione di Professione Veterinaria preferisce mettere in evidenza uno scontro ideologico tra colleghi invece di capire e approfondire il tema della criticità della ricerca in un campo della medicina ormai consolidato dalla presenza di migliaia di colleghi esperti in tutto il modo, da raccomandazioni dell’OMS e dalla attuale ricerca di base.
Infine un’osservazione: la convivenza è sempre possibile ed è solo una questione di volontà e di civiltà. Due medicine “diverse” possono convivere, avendo in comune solo il bene del paziente. Qual’è il motivo per cui la medicina ufficiale deve sempre attaccare l’altra? C’é sempre più necessità di reciproco rispetto e collaborazione. E per fortuna ci sono colleghi con cui è facile e arricchente condividere l’esperienza medica. Quanto scritto su Professione Veterinaria, come in molti altri casi, non rispecchia la realtà, ma solo la “voce grossa” di coloro, una minoranza (non un’élite), che hanno il potere di decidere anche per gli altri. Ultimamente di esempi ce ne sono in abbondanza, tanto che questi argomenti vengono addirittura sfruttati per la campagna elettorale in corso. Noi non ci stiamo.
Se il mondo medico veterinario nell’espressione della professione, il mondo farmaceutico nell’espressione dell’adeguamento generale del farmaco omeopatico a standard produttivi, se il mondo legislativo nell’espressione della futura legge sul farmaco, se il mondo della ricerca nell’espressione di dati positivi sull’effettività stanno lavorando per una integrazione dei saperi, sembra che Professione Veterinaria stia invece lavorando per una integralizzazione del sapere.
Si invita pertanto la redazione a rettificare l’editoriale offensivo per la professione in toto e a prendere in visione la letteratura scientifica in questione, analizzarla farne una revisione critica e, nel caso, confrontarsi onestamente con i professionisti che rappresentano l’omeopatia e le Medicine Non Convenzionali Veterinarie in Italia.
Segreteria SIOV

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Risposta di IAVH all’editoriale della rivista Veterinary Record

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Editore della rivista “Veterinary Record”

Egregio Editore,

IAVH è delusa da come i nostri colleghi continuino a tentare di influenzare la posizione di RCVS sull’omeopatia (Comparison of veterinary drugs and veterinary homeopathy: part 1; Veterinary Record, August 5, 2017 and part 2; Veterinary Record, August 23, 2017). I molteplici errori ed omissioni in questa pubblicazione suggeriscono che non sia stata recensita da alcuna persona qualificato in omeopatia veterinaria.

E’ degno di nota che l’approccio critico degli autori sia basato soprattutto su argomenti teorici sul perché l’omeopatia non possa funzionare. Conosciamo bene questo approccio. E’ basato sull’implausibilità percepita a priori di un meccanismo concettuale d’azione, conosciuto anche come “pregiudizio sulla plausibilità” (1). Questo impedisce ogni valutazione approfondita ed imparziale dell’evidenza clinica. Il pregiudizio sulla plausibilità può portare perfino a violazioni degli standard scientifici nell’analisi sulla ricerca, come dimostrato nella recensione da parte di NHMRC australiano che aveva concluso che l’omeopatia non è efficace (2).

Lo scienziato tradizionale Robert Hahn, Professore di anestesia e cure intensive, conclude: “Le prove cliniche sui rimedi omeopatici mostrano che sono spesso superiori al placebo. I ricercatori che dichiarano l’opposto si affidano a estesa invalidazione di studi, adozione di dati virtuali oppure metodi statistici non appropriati” (3). La sua conclusione è appoggiata da Andre’ Wambersie, professore emerito di Radioterapia e Radioprotezione (4). Il fatto che scienziati imparziali come questi siano a sostegno dell’omeopatia suggerisce che le conclusioni degli autori della recensione siano basate sul pregiudizio della plausibilità.

Il successo del trattamento omeopatico è basato sull’individualizzazione. Mathie et al. (5) nella loro meta-analisi di RCT sull’omeopatia individualizzata (sugli umani) hanno dimostrato che il trattamento specifico con medicine individualizzate è efficace. Tale analisi si basa su RCT identificati come attendibili usando il metodo di Cochrane per stabilire il rischio di pregiudizio (Cochrane risk bias assessment tool).

Sebbene la modalità d’azione delle medicine omeopatiche non sia ancora conosciuta, la ricerca di base su animali (rane, ratti, topi), piante (frumento, lemna, piselli) e cellule (leucociti basofili) ha dimostrato che le preparazioni omeopatiche altamente diluite sono in grado di causare cambiamenti biologici misurabili. In una recensione sistematica e meta-analisi della ricerca di base sugli effetti di preparazioni omeopatiche altamente diluite, sono stati considerati 67 esperimenti in vitro in 75 pubblicazioni secondo criteri specifici di qualità’. La maggior parte di questi esperimenti ha dimostrato che preparazioni omeopatiche altamente diluite esercitano effetti specifici e in quasi tre quarti degli studi con replica, i risultati erano positivi. Inoltre, esperimenti eseguiti secondo elevati standard metodologici hanno dimostrato che le preparazioni omeopatiche altamente diluite danno risultati non ambigui (6). Quindi non si può logicamente presumere che le risposte a farmaci omeopatici siano dovute ad un effetto placebo.

Riguardo all’omeopatia veterinaria, la meta-analisi di Mathie & Clausen (7) mostra che complessivamente c’è una tendenza positiva a comprova dell’efficacia dell’omeopatia veterinaria. I progetti di ricerca effettuati sono robusti analiticamente, anche se ci sono solo due studi di qualità elevata. Un progetto (8) ha valutato la risposta al trattamento omeopatico della diarrea causata da Escherichia coli (E. coli) in suinetti in uno studio RCT, i.e. randomizzato, a doppio cieco, con controllo per placebo. In questo studio si è dimostrato che il gruppo di suinetti trattato con rimedi omeopatici ha avuto significativamente meno suinetti colpiti di diarrea E.coli del gruppo di controllo.Questo studio è un esempio notevole di come l’omeopatia possa essere di grande importanza.

In giugno 2017, la Commissione Europea ha adottato il nuovo piano d’azione europeo per Salute Unica (One Health) contro la resistenza agli antibiotici. (AMR), che afferma che l’uso di antibiotici negli animali debba essere minimizzato il più’ possibile e mette in evidenza il bisogno di trovare alternative agli antibiotici. La Commissione afferma che la ricerca sullo sviluppo di nuovi antimicrobici e prodotti alternativi per persone e animali sarà appoggiata (9). Tutti i trattamenti potenzialmente efficaci, inclusa l’omeopatia, devono essere esplorati ed usati per ale della resistenza agli antibiotici (AMR).

Crediamo fortemente che l’interesse dei pazienti, ed il nostro desiderio ai aumentare gli strumenti medici a nostra disposizione, debbano essere le guide in queste discussioni. Questo include anche una valutazione imparziale della ricerca scientifica a disposizione. La nostra posizione è che la medicina complementare, inclusa l’omeopatia, può contribuire grandemente ad una salute migliore for persone e animali. Questo è il motivo per cui WHO sta spingendo gli stati membri ad includere la medicina tradizionale e la medicina complementare nelle loro politiche e sistemi sanitari nazionali.

Speriamo sinceramente che teniate nella dovuta considerazione questi fatti e queste pubblicazioni nei vostri articoli futuri.

Segreteria IAVH